La vivacità di un bambino è un buon segno: i bambini vivaci sono creativi, intelligenti, dinamici.
A volte però essere così vulcanici diventa un problema, quando si va a scuola, quando è richiesta anche solo a tavola un po di calma e serenità. La Dottssa Maristella Druetta proprio su questo sottile confine che separa la vivacità dall’iperattività ci accenna due cose.
E’ brutto generalizzare, ma spesso aiuta a darci un orientamento. Com’è il bambino vivace? Com’è il bambino iperattivo?
Molte volte sento pronunciare dai genitori che si rivolgono a me frasi quali: “Mio figlio è iperattivo, non si ferma mai e a casa la situazione non è più gestibile!” Spesso ed erroneamente si confonde la vivacità di un bambino con l’iperattività perché la linea di demarcazione sfuma, non è chiaro infatti il punto in cui il livello di attività, che è molto variabile tra un bambino e l’altro, diventa eccessivo.
Se proviamo a pensare ad un bambino vivace in una situazione poco organizzata (per esempio, durante il gioco libero in classe o nel parco giochi) ci sarà sembrato iperattivo: corre in modo instancabile, passa da un’attività all’altra, perde i propri giochi, parla con tutti etc.. In generale la curiosità verso tutto ciò che è nuovo e la velocità di elaborazione sono comportamenti positivi, da favorire.
Nel bambino iperattivo, però, questi comportamenti non si presentano solo nelle situazioni poco strutturate o in un contesto particolare (casa o scuola) ma in tutti gli ambienti di vita, indipendentemente dall’attività in cui sono impegnati. Diventano quindi comportamenti costanti e disturbanti che gli impediscono di giocare e vivere come gli altri bambini.
Quali segnali è meglio non sottovalutare?
I campanelli d’allarme che è meglio non sottovalutare, non sono semplicemente un eccesso di movimenti, seppur presenti, ma soprattutto un aumento del ritmo nelle normali attività e un aumento di azioni senza uno scopo (movimenti secondari delle mani o dell’intero corpo irrilevanti per il compito). Addirittura l’eccesso di movimenti può essere osservato durante il sonno.
Se vengono colti questi segnali il consiglio è quello di rivolgersi ad uno psicologo esperto in età evolutiva che saprà valutare attentamente il singolo caso.“