Giulia Dabene, neuropsicomotricista, spiega come il gioco in base alle differenti fasce d’età porta a moltissimi benefici. Il gioco è un modo per condividere bellissimi momenti.
Il gioco cambia solo in base all’età?
Il gioco segue l’evolversi del bambino, si modifica e matura insieme a lui. Attraverso il gioco il bambino conosce se stesso, l’ambiente in cui vive, chi si occupa o interagisce con lui, si mette alla prova, riconosce le proprie emozioni e stati d’animo. Il gioco è fondamentale.
Il gioco può cambiare anche in base allo stato d’animo, alle possibilità di materiale e varietà (questo non vuol dire avere tutti i giochi ultimo modello o i più costosi, tutt’altro, ma variare nel materiale da quello di riciclo, a quello “rubato” alla mamma, dalla pasta, al pongo, ai giochi comprati o a quelli di finzione).
E’ meglio il gioco spontaneo o il gioco proposto o anche questo dipende dall’età?
E’ positivo che ci sia un giusto equilibrio tra gioco libero e strutturato, non c’è un’età stabilità per strutturare un gioco, importante è ricordarsi l’età del bambino , i suoi tempi di attenzione e le capacità che ha acquisito. Per esempio ad un bimbo di pochi mesi si potranno proporre giochi come il cestino dei tesori o altri giochi più sensoriali, poichè in tempi di attenzione sono più ristretti e l’aspetto che emerge di più è il tatto e l’esplorazione e conoscenza dell’ambiente circostante.
Più crescono più si può strutturare un’attività ludica.
Allo stesso tempo il gioco libero è alla base di un buon sviluppo emotivo e creativo, il bambino è libero di sperimentare e creare.
Come stimolare il bambino a inventarsi un gioco quando non sa cosa fare e ci chiede di vedere la tv?
Tablet e televisione sarebbero da ridurre al minimo.
Ci sono delle situazioni a volte che possono tornare utili, ma non deve essere una scusa o un pretesto. Si dovrebbe dedicare un’oretta nell’arco della giornata, preferibilmente lontano dai pasti e dal momento della nanna, perchè può disturbare questi due momenti importanti e agitare ulteriormente i bambini.
Importante è stare accanto ai bambini, spiegando quello che vedono e commentando insieme, anche se il bambino è piccolo.
Per invogliarli a un’attività diversa, il primo a crederci deve essere il genitore, deve tornare piccolo anche lui, essere predisposto a sporcarsi a volte e a mettersi in gioco.
Il lavoro preferito di ogni bambino è giocare, bisogna trovare il tempo e il modo a volte per far si che genitore e figlio si ritrovino e giochino insieme.