Quello che mai ti aspetteresti, lo trovi spesso sotto il naso: il più è accorgersene e saperlo valorizzare. Ed è successo così proprio a Pecetto che non pago di aver dato i natali a Giuseppe Borsalino celebrandolo con una statua in centro paese, del Parco Astronomico sapientemente organizzato in cima alla Rocca (esaustivo, attrezzato grazie al Geuppo Astrofili Galileo) e degli scavi romani, si è dato da fare per catalogare i resti di pesci preistorici degni di studi internazionali.
Già si sapeva che la Pianura Padana fosse coperta dal mare che ora chiamiamo Adriatico e già i ragazzi di qualche tempo fa trovavano lische di pesce mentre giocavano, ma mai più si pensava allo spettacolare Lepidopus proargenteus di quasi un metro di lunghezza, o l‘Archaeotetraodon bannikovi, simile agli attuali pesce palla dei mari e dei fiumi tropicali, e ai Syngnathus albyl, la cui forma attuale è il pesce ago. Dall’Università di Austin sono arrivati a studiare quelle lische fossili!!
Dell’antico mare che si estendeva dove oggi c’è Pecetto restano gli affioramenti di un tipo particolare di roccia sedimentaria (denominata “tripoli”) che costituisce il risultato del lento depositarsi di gusci di organismi microscopici e che ha permesso di conservare perfettamente per milioni di anni i resti fossili.
Tutto questo appartiene come epoca geologica al Miocene, circa 9 milioni d’anni fa, ritrovato nei pressi dell’attuale Cascina Guarnera. Gli scavi sono avvenuti prima nel 1973 e poi nel 1981, ma è dello scorso settembre l’inaugurazione della mostra, realizzata dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo e dal Comune di Pecetto di Valenza, in collaborazione con il Museo Regionale di Scienze Naturali, le Aree Protette del Po vercellese-alessandrino e il Parco Paleontologico Astigiano.
L’amministrazione comunale con la collaborazione del paese si è rimboccata le maniche, ha capito l’importanza dei ritrovamenti e ha dato vita ad un acquario preistorico sullo stile del Museo Paleontologico ad Asti e del Maini di Ovada. Pierluigi Cavalchini, presidente dell’associazione Geosito La Guarnera dice che è stato scavato solo un decimo dell’area interessata. Chissà cosa c’è ancora da scoprire a Pecetto e di certo appena ci sarà la possibilità, i determinati volontari dell’associazione si rimetteranno all’opera.
Il giacimento di Pecetto di Valenza per la peculiarità dei suoi sedimenti rientra a pieno titolo tra le località di rilevanza geo-paleontologica del Piemonte.
Per ora, se vi capita di venire a Pecetto passate al Centro Culturale “Giuseppe Borsalino”: un ricco campionario di queste forme fossili stupirà voi e i bambini. Con un apparato didattico semplice e accattivante trovano posto nelle vetrine gli scheletri fossili caratterizzati da un eccellente stato di conservazione che permette di coglierne nel dettaglio anche i più piccoli particolari.
Pannelli didattici, scenografie e diorami appositamente realizzati accompagnano il pubblico nella visita e lo introducono alle tematiche della paleontologia, spiegando efficacemente il lento affermarsi della disciplina e le competenze necessarie per realizzare scavi e ricerche sui fossili. Un mondo completamente diverso si svelerà ai nostri occhi.
Un angolo della sala è dedicato al mestiere del paleontologo, lo scienziato che si occupa delle antiche forme di vita
Ancora una volta la ricchezza di un paese è data dalle persone che ci abitano, che si parlano, si confrontano e sanno valorizzare ciò che hanno per la comunità a beneficio di tutti! Tanti complimenti!!!
Centro Culturale G. Borsalino – Pecetto di Valenza (AL).Il museo é aperto tutti i sabati dalle 15 alle 19. Gli altri giorni su richiesta tranne lunedì per gruppi ed.scolaresche. Telefonare 0131 940121(Comune)